Pars costruens

bamboo_groove_3Nella città devastata non esiste un vero progetto di rinascita. Tutto quello che abbiamo avuto dal governo è una speculazione immobiliare, con tanto di infiltrazioni mafiose. Non esiste un piano che ci possa permettere di ricominciare ad essere una città, al contrario, quando l’autunno porterà il freddo tipico dei territori di montagna, verranno perpetrate le logiche di sfollamento e segmentazione della popolazione, utili ad agire indisturbati nello sfruttamento della tragedia: ancora una volta l’intenzione è quella di mettere in atto un meccanismo di filiera corta, in cui il presidente del consiglio paga albergatori e costruttori, che a loro volta pagano il presidente del consiglio.

Il piano c.a.s.e., spot e vetrina del governo mediante la quale si è riusciti a convincere tutta l’Italia che gli aquilani sono già, o al peggio rientreranno a settembre nelle case, è in realtà una soluzione dalle conseguenze sociali pericolose, e che riuscirà a mettere un tetto sulla testa a meno di una famiglia su dieci. Per tutti gli altri la soluzione sarà quella alberghiera, speculazione questa che costa allo stato non meno di 1500 euro al mese per persona, spesa che viene accettata di buon grado visto che garantisce la passivizzazione dei cittadini, negando al contempo la possibilità di azione autonoma che scaturirebbe dall’assegnazione di un reddito sociale che arricchirebbe tutti.

Nella città devastata non esiste un vero progetto di rinascita. Tutto quello che abbiamo avuto dal governo è una speculazione immobiliare, con tanto di infiltrazioni mafiose. Non esiste un piano che ci possa permettere di ricominciare ad essere una città, al contrario, quando l’autunno porterà il freddo tipico dei territori di montagna, verranno perpetrate le logiche di sfollamento e segmentazione della popolazione, utili ad agire indisturbati nello sfruttamento della tragedia: ancora una volta l’intenzione è quella di mettere in atto un meccanismo di filiera corta, in cui il presidente del consiglio paga albergatori e costruttori, che a loro volta pagano il presidente del consiglio.

Il piano c.a.s.e., spot e vetrina del governo mediante la quale si è riusciti a convincere tutta l’Italia che gli aquilani sono già, o al peggio rientreranno a settembre nelle case, è in realtà una soluzione dalle conseguenze sociali pericolose, e che riuscirà a mettere un tetto sulla testa a meno di una famiglia su dieci. Per tutti gli altri la soluzione sarà quella alberghiera, speculazione questa che costa allo stato non meno di 1500 euro al mese per persona, spesa che viene accettata di buon grado visto che garantisce la passivizzazione dei cittadini, negando al contempo la possibilità di azione autonoma che scaturirebbe dall’assegnazione di un reddito sociale che arricchirebbe tutti.

Gli aquilani attivi, specie quelli che si sono organizzati in comitati hanno ben chiara l’intenzione di lottare contro questo deprimente stato di fatti. Le continue prese in giro, la devastazione del territorio a base di cemento armato, la negazione sistematica delle richieste dei cittadini, e soprattutto la prospettiva reale che tutto ciò continui, rendono un’opposizione quanto più fiera possibile, l’unica speranza di recuperare la dignità perduta.

Il dibattito scaturito all’interno del comitato 3e32 per fronteggiare la situazione passa per l’autocostruzione, quella ricostruzione dal basso che è stato uno slogan delle prime manifestazioni. La pratica politica in questo caso è pratica reale, fatta di moduli abitativi temporanei, case di legno e strutture bioedilizie. All’oggi esiste già una collaborazione tra la rete 3e32 ed il Comitato Per La Rinascita Di Pescomaggiore, che vedrà la costruzione di 7 unità abitative utilizzando materiali come legno e paglia in balle intonacate, che sarà attuata concretamente dalla metà di agosto. Altro simbolo tangibile di questa logica, sarà la costruzione della sede invernale del comitato mediante container ad alta tecnologia e qualità abitativa, ecosostenibili e rispondenti a principi di risparmio energetico, soluzione già sperimentata con successo anche nell’ambito di interventi non emergenziali. Nel contempo l’attuazione di una rete di maestranze ed intelligenze, supportata da una solidarietà consapevole, rappresenta il progetto a largo raggio delle prossime attività ed iniziative. L’intenzione è quella di creare un polo di attrazione che faccia confluire fondi, beni materiali ed esperienze per contrastare con efficacia l’arroganza palazzinara e scriteriata. L’apporto dei cittadini aquilani risvegliati, unitamente a quello dei cittadini solidali di tutto il mondo è fondamentale per creare questa che appare essere l’unica alternativa percorribile allo spopolamento. Resistere al freddo aquilano non è possibile, resistere alla distruzione del tessuto sociale e culturale è un dovere civico: senza casa, senza paura!

di Alessio Di Giannantonio, 3e32


2 commenti

Lascia un commento