La gestione del potere dell’amministrazione Biondi

Non solo la città-vetrina “che rinasce”, il marmo bianco, i daspo incontrollati e i festival neofascisti. Stamattina uno dei giornali più importanti d’Italia, Domani, ha dedicato un’intera pagina alle modalità di gestione del potere dell’amministrazione Biondi (qui il testo dell’articolo). Non per l’ennesima candidatura a “capitale italiana della cultura” o per le bellezze della rinascita, cardini della narrazione martellante del sindaco. Ma per descrivere un quadro di appalti sospetti, un sistema di potere amicale, l’odio per i poveri e un controllo sociale che tiene in scacco la nostra città.

La questione della “leggerezza” (per usare un eufemismo) con cui vengono utilizzate certe procedure per l’affidamento degli appalti pubblici all’Aquila è nota da mesi, ma il fatto che sia arrivata agli onori delle cronache nazionali dovrebbe farci riflettere su quanto sia opprimente la cappa di omertà e immobilismo che soffoca la comunità aquilana. A questo viene aggiunta un’analisi su come sodali e amichetti del sindaco, lo stesso che voleva “rompere i meccanismi”, abbiano occupato tutti gli spazi di potere.

Nell’articolo si centrano due questioni di cui ci occupiamo da tempo: da un lato L’Aquila vive un’assurda emergenza abitativa, con migliaia di case vuote e nessuna politica pubblica dell’amministrazione per dare un tetto alle famiglie a basso reddito, oltre che agli studenti e alle studentesse dell’ormai andata “città universitaria”. Dall’altro l’ossessione di Biondi per la sicurezza, con videosorveglianza a profusione e daspo fuori controllo. Com’è noto ed evidente, tutte iniziative che non risolvono affatto il problema ma lo spostano un po’ più in là, affrontando i problemi non con una visione d’insieme e un approccio sociale, ma col mento alzato e il piglio securitario, marginalizzando chi non si adegua al racconto tossico della città rinata.

Oggi se n’è accorta anche la stampa nazionale, noi lo vediamo con i nostri occhi tutti i giorni. Così, come ogni giorno, ci opponiamo al modello neofascista aquilano.

BIONDI DIMETTITI