Il nostro intervento alla passeggiata rumorosa transfemminista

Oggi scendiamo in piazza anche come Casematte, al fianco di Fuorigenere, perché la violenza patriarcale che subiamo passa e si riproduce anche attraverso le modalità con cui le istituzioni gestiscono le nostre città, attraverso il modo in cui le nostre storie, i nostri corpi e le nostre richieste vengono strumentalizzate per mettere in campo sempre più aggressive politiche securitarie e del controllo.

Rivendicare un’altra idea di sicurezza, per noi donne e soggettività oppresse dal patriarcato, significa esprimere la necessità, in un campo attraversato da linee di potere e discriminazioni sociali, di luoghi fisici e rappresentativi in cui sentirci emotivamente e fisicamente al sicuro. Questo non per rinchiuderci in una zona confortevole priva di conflittualità ma proprio per dare a chiunque venga messo al margine la possibilità di agire il suo spazio e ricostruire il proprio senso del mondo.

Una città come questa non è una città che tutela il tipo di sicurezza di cui necessitiamo: questo perchè è una città prodotta intorno al modello di maschile egemonico che gentrifica lo spazio pubblico rendendolo inaccessibile ai soggetti non desiderati, disciplinando i corpi in nome del profitto e sottraendoci, quindi, la possibilità di autodeterminarci.

In questo modo lo spazio urbano si intreccia alle prospettive di genere, perchè il modo in cui lo attravesiamo è determinante per le nostre vite. Tuttavia la città non è un oggetto dato e concluso, ma è il prodotto di chi la vive ogni giorno.

Proprio adesso , camminando insieme, stiamo trasformando transitoriamente questo spazio secondo le nostre pratiche dando prova che la città sia un territorio in costante divenire, plasmato da chi lo attraversa: questa consapevolezza ci dà la possibilità di esplorare gli immaginari del presente per una possibile e futura città femminista.

Per noi una città tranfemminista è una città a misura di chi la vive e la attraversa, è una città che offre servizi gratuiti e accessbili a tuttx soprattutto a chi vive in una condizione di marginalità sociale ed economica, una città accessibile sta nel diritto all’abitare, nel diritto ad un lavoro dignitoso e a un reddito di autodeterminazione per uscire dal ricatto e dalla violenza.

Una città sicura è una città con un trasporto pubblico e garantito, strade illuminate, una città con asili nido, consultori, dei centri antiviolenza.

Vogliamo modellare nuovi circuiti senza profitto che mettano al centro i corpi in relazione.

In questi anni e soprattutto in questi mesi stiamo sperimentando proprio all’interno dello spazio sociale ed autogestito di Casematte come la presenza di un collettivo transfemminista come Fuorigenere con il suo bagaglio analitico e le sue pratiche stia trasformando in modo sostanziale lo spazio sociale stesso. Stiamo discutendo e mettendo in campo insieme con un lavoro sinergico pratiche e modalità transfemministe nel modo in cui interagiamo e nel modo in cui usufruiamo dello spazio. Ci siamo rese conto di quanto nessun luogo sia esente dalla violenza patriarcale e di quanto sia necessario un lavoro di decostruzione quotidiano per rendere i luoghi che attraversiamo davvero safe e accessibili. Vogliamo che tutti i luoghi che attraversiamo siano invasi dall’energia trasformativa delle pratiche transfemministe, dalle strade ai luoghi di lavoro, dalle piazze ai locali, dalle scuole e dalle università. Solo così saremo vive e libere, ogni giorno.

Il 25 novembre siamo scese in piazza con rabbia e con amore perchè pretendiamo spazi in cui essere vive e libere, non siamo disposte a scendere a patti con una realtá che ci opprime e violenta e nega i nostri bisogni.

Bruciamo tutto.