Quale futuro per il Parco della Luna a Collemaggio #consigliocomunale

Ieri 15 novembre 2023 in consiglio Comunale la maggioranza ha respinto con 17 voti contrari l’Ordine del giorno presentato dal consigliere Comunale di L’Aquila Coraggiosa, Lorenzo Rotellini, che chiedeva all’Amministrazione di convocare un incontro pubblico con le associazioni che hanno animato l’area di Collemaggio dal terremoto ad oggi, così da confrontarsi sul destino dell’area e accogliere eventuali proposte.

Lo ha fatto senza nemmeno ritenere di dover spiegare, con un intervento, il voto di contrarietà.

Il Progetto del Parco della Luna che insiste sull’area di Collemaggio e include l’area di CaseMatte, continua così ad essere blindato e a procedere senza trasparenza alcuna, l’esatto contrario dei presupposti che lo avevano fatto nascere.

Un progetto che tra il 2016 e il 2017 aiutammo ad abbozzare con un percorso partecipato contribuendo, in modo fondamentale, a drenare 10 milioni di risorse che così sono finite all’Aquila piuttosto che altrove, per riqualificare un’area abbandonata come quella di Collemaggio.

Un progetto che, come abbiamo spiegato mille volte, nelle nostre intenzioni avrebbe voluto sviluppare le attività messe in campo da anni dall’esperienza di CaseMatte e dalle altre associazioni, tramite una destinazione socio sanitaria culturale che inverta il segno del manicomio e stimoli invece creatività e solidarietà.

Che vuole restituire gli ampi spazi, oggi abbandonati dell’area, alla città e in particolare ai giovani, che più di tutti ne hanno bisogno, per promuovere una cultura accessibile, il contrasto alla povertà educativa e alla violenza di genere, la prevenzione del disagio mentale, lo sviluppo dei propri talenti e l’avvio al mondo del lavoro.

L’Amministrazione però, almeno con noi, non ne vuole parlare.

Non capiamo francamente il motivo di un tale atteggiamento di chiusura se non quello prettamente ideologico, in base al quale, evidentemente, i bisogni comuni di una città sono subordinati.

Prendiamo atto però anche della contraddizione, tutta interna alla destra al governo cittadino, riscontrata nel parere scritto dal vicesindaco Raffaele Daniele emerso in Consiglio, nel quale invece si legge si procederà allo sviluppo delle fasi progettuali tenendo conto altresì delle futura ed effettiva destinazione degli spazi anche previa consultazione delle istituzioni ed associazioni operanti negli ambiti sociali e culturali eventualmente interessate dall’uso degli immobili”.

MA ALLORA IL SINDACO BIONDI E I SUOI CI VOGLIONO PARLARE O NO CON NOI, CHE DA 14 ANNI PROMUOVIAMO ATTIVITÀ ALL’INTERNO DELL’AREA COSTITUENDONE AD OGGI L’UNICO PRESIDIO SOCIALE CHE RESTA NEL DEGRADO GENERALE DELL’AREA?

Ci chiediamo a volte cosa succederebbe infatti se all’improvviso ce ne andassimo da Collemaggio, così come crediamo che dopo tanto lavoro volontario sarebbe opportuno attestarci il riconoscimento quantomeno di interlocutori. 

Ad oggi invece non si riesce nemmeno ad accendere l’illuminazione del parco dell’ex o.p. Collemaggio.

Quello che accade ci sembra infatti quantomeno paradossale. In città non si fa altro che parlare di sicurezza e gli strumenti repressivi intrapresi dall’Amministrazione non solo non danno risultati, ma danneggiano chi come noi mette in campo attività sociali di prevenzione.

È incredibile, infatti, che dobbiamo affrontare da soli le conseguenze dei Daspo urbani, ad esempio, con i soggetti colpiti dal provvedimento che, allontanati dal centro, vengono respinti a Collemaggio, senza essere minimamente essere messi nelle condizioni di affrontare le problematiche che questo comporta.

Un atteggiamento scellerato che applica due pesi per due misure, che, mentre parla di sicurezza, in realtà ci mette in pericolo e che non sappiamo dove voglia arrivare.

Se con il Parco della Luna, il Comune, in quanto soggetto attuatore, sta diventando proprietario dell’area, in base a una convenzione con la Asl, INIZI SUBITO A PRENDERSENE CURA COMINCIANDO DA ALCUNI BISOGNI DI BASE COME QUELLO DELL’ILLUMINAZIONE.

L’AMMINISTRAZIONE CI DIA UNA RISPOSTA, LA CITTÀ TUTTA GLIENE CHIEDA CONTO.