Assemblea “La libertà è terapeutica” democrazia spazio pubblico e lavoro ai tempi del green pass

In occasione del nostro dodicesimo anniversario, lo spazio di CaseMatte Collemaggio lancia un’assemblea pubblica dal titolo: “LA LIBERTA’ E’ TERAPEUTICA – democrazia, spazio pubblico e lavoro ai tempi del green pass”. 

“La libertà è terapeutica” è l’espressione che ha scandito la rivoluzione psichiatrica di Franco Basaglia che chiuse i manicomi, un modo di declinare la libertà che a CaseMatte è sempre piaciuto, non per altro ci troviamo nell’ex o. p. di Collemaggio.   

Quale posto e momento migliore allora per aprire uno spazio al pensiero critico e costruttivo capace di superare la dicotomia pro vax – no vax per confrontarsi liberamente sulle contraddizioni create dal Green Pass in rapporto alla democrazia, lo spazio pubblico ed il lavoro nel più generale contesto socio economico globale negli anni della pandemia da Covid-19

Lo spazio per un assemblea pubblica che vogliamo fare dopo aver iniziato, con tutti i nostri limiti, ad elaborare la questione nelle nostre riunioni, dalle quali è uscita, seppur con varie sfumature, una critica al passaporto verde in particolare dopo la recente introduzione della sua obbligatorietà in tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato.

Facciamo questo perché riteniamo che prima di tutto stanno mancando spazi di incontro diretto dove le persone possano confrontarsi con punti di vista che vadano anche al di fuori del terreno ben delineato dai media mainstream e dal Governo.

Riteniamo infatti che provvedimenti come quello del Green Pass siano sostanzialmente politici ed è su questo piano che ci interessa utilizzare il pensiero critico che ci ha sempre contraddistinti, consci del fatto che la pandemia, bislaccamente gestita nel complesso dai governi italiani, si inserisca e insista in un quadro socio economico capitalista di cui ben conosciamo le ricadute sulle classi meno abbienti.

I recenti fatti legati al porto di Trieste hanno visto almeno in un primo momento l’insorgere di una solidarietà di classe contro quello che si sembra un attacco  al mondo del lavoro che vede rovesciarsi addosso quella sicurezza e quella tutela della salute che dovrebbe essere a carico delle aziende. 

Troveremmo coerente, in questa situazione, la gratuità dei tamponi o quantomeno un ulteriore loro calmieramento in base al reddito

Una categoria già precaria come quella dei lavoratori migranti, braccianti in particolare,  sta avendo grandi difficoltà ad ottenere il passaporto verde per una questione legata più generalmente ai documenti. Alcune badanti hanno ricevuto nei loro paesi d’origine il vaccino Sputnik e non ottengono il Green Pass. Sono tutt* lavoratori e lavoratrici che possono essere licenziati o gettati ancora di più nel lavoro nero perdendo del tutto i già pochi diritti che avevano. Non possono più percorrere lunghe tratte sui mezzi pubblici (si pensi a chi si sposta di regione in regione per le raccolte) o sedersi a prendere un caffè.  

Un po’ tutta la gestione della pandemia si è basata sullo scarico di responsabilità del potere verso il singolo cittadino facendo dimenticare alcune fondamentali colpe dei Governi come quella di aver smantellato la sanità pubblica o aver lasciato aperte le fabbriche all’inizio del Covid (e in buona parte anche dopo). 

Lo spazio pubblico si è ristretto, sottoposto anche qui a limiti di accesso sempre più ampi, valicabili solo con il lasciapassare. Il confinamento dei lock down ha lasciato grossi problemi di carattere sociale, psichico e relazionale.

Altra critica che non può essere taciuta è quella dei brevetti privati dei vaccini. Come può uno strumento così fondamentale per la salute pubblica globale essere in mano a dei privati, da cui inoltre dipende tutta la (insufficiente) produzione? All’interno di una fondamentale campagna di vaccinazione di massa non si può lasciare adito a dubbi legati ad interessi privati. I vaccini non si possono lasciare al libero mercato dell’economia capitalista senza pensare che avvengano speculazioni.

All’interno di questa quadro il Governo ha scelto un’applicazione ferrea, la più stretta in Europa, del Green pass su cui resta l’inquetudine del suo aspetto prodromico rispetto al futuro, ma su cui anche nel presente a-  questo punto – è francamente difficile non porsi dei problemi riguardo a  discriminazione e democraticità che producono spesso effetti opposti rispetto a quello di aumentare le vaccinazioni e creano spaccature sociali insanabili su cui probabilmente sarà più semplice governare. Un corpo sociale più debole e iper frammentato lascia passare misure economiche a cui altrimenti sarebbe riuscito a opporsi.

Piazze senza soggetti politici di riferimento finiscono per essere strumentalizzate dai (pochi) fascisti presenti o (forse peggio) si lasciano sempre più ingannare dalle cosiddette teorie complottiste, possibile effetto – deviato – di cause di disagio sociale, economico ed esistenziale reale.

E’ possibile allora che pratiche politiche di partecipazione possano servire a molti per ritrovare obiettivi e i nemici smarriti nella confusione dei simulacri digitali e delle relazioni legate agli algoritmi social.

Si tratta come al solto di sporcarsi le mani in un contesto che resterà spurio e sempre meno legato alle categorie novecentesche, ma rispetto al quale è sbagliato porsi con insopportabile spocchia, snobismo e sempre maggiore auto referenzialità. 

Noi ci siamo e vi aspettiamo sabato 30 per il compleanno di CaseMatte uno spazio  libero all’interno di un ex manicomio, luogo dove una pseudo scienza del 900’ ha rinchiuso deliberatamente migliaia di corpi per più di mezzo secolo prima che avvenisse una rivoluzione portante questo slogan: “la libertà è terapeutica” .Siccome ci piace declinare i concetti è di questa libertà che parliamo a CaseMatte, dove da 12 anni si pratica autogestione e che stenta a d’arsi pace restando spazio aperto di pensiero critico e costruttivo. E’ qui che vi invitiamo.