Abruzzesi già fuori gara

da Il Centro -04 giugno 2009

L’AQUILA. Ore 15 di venerdì scorso: un commissario della Protezione Civile apre all’Aquila le buste del primo appalto della ricostruzione. In ballo ci sono 15 milioni di euro. L’offerta economica più vantaggiosa è di un’impresa abruzzese, ma vince una ditta del Nord. Il giorno dopo, sabato, viene assegnato il secondo appalto da 13 milioni. L’offerta economica migliore per lo Stato è abruzzese. Ma per la seconda volta, in appena 24 ore, vince ancora un’impresa del Nord. Gli abruzzesi sono fuori gara.

CHI HA VINTO. Gli appalti delle piattaforme antisismiche, quelle speciali basi di cemento armato, pilastri d’acciaio e solai basculanti, capaci di neutralizzare le frustate ondulatorie e sussultorie del terremoto, vanno alla Gruppo Bison in associazione temporanea d’impresa con la Gdm costruzioni di Milano e alla Zoppoli e Pulcher spa del Nord Est. Hanno 80 giorni di tempo per realizzare 150 piattaforme, ciascuna lunga 50 metri, larga 21 e alta 50 centimetri sui venti siti della ricostruzione. Piattaforme su cui è possibile poggiare case di legno, moduli o abitazioni vere. Ma la Bison-Gdm, nell’offerta tecnica, ha dichiarato che riuscirà a costruire le prime 65 basi in settanta giorni. E le sono bastate questi dieci giorni in meno per aggiudicarsi la gara, nonostante un ribasso dell’11,6 per cento contro il 21 dell’unica abruzzese in corsa, la Imar, oppure il 19 della Saicam. La Protezione Civile, quindi, ha preferito spendere circa due milioni di euro in più, applicando semplicemente il criterio di un punteggio più basso per l’offerta economica e doppio per l’offerta tecnica sui tempi di realizzazione. Ma l’impresa milanese dovrà portare in Abruzzo 400 operai propri, per i quali sarà necessario realizzare alloggi di cantiere, serviti di acqua e di luce. Occorrerà quindi più tempo e per di più non ci sarà spazio per gli operai abruzzesi che la mattina sarebbero venuti all’Aquila in auto senza che ci fosse la neccessità di occupare altri spazi per baracche di cantiere. Abbiamo contattato gli uffici della Imar Costruzioni. «No comment» è stata la risposta. Dalla base operativa della Protezione Civile di Coppito, però, esce un documento che sintetizza le due gare, da 15 e 13,6 milioni di euro, vinte da imprese del Nord.

NESSUNA PUBBLICITA’. Passati sotto traccia. Se non avessimo avuto il documento dei due appalti, nessuno avrebbe saputo nulla, perché nessuno ha pubblicizzato l’esito. Alla prima gara hanno partecipato in sei, l’ha vinta la Bison-Gdm con 81 punti (26 per il ribasso e 55 per la relazione tecnica), seconda la Zoppoli e Pulcher spa (punti 26 e 47), terza la Saicam (29 e 39), poi l’abruzzese Imar (30 e 36), quindi la Cogeis spa-Ivies spa (25 e 33) e infine la Domus dei fratelli Gizzi in Ati con Icor e Zeppieri (24 e 30). L’ALTRO LOTTO. Alla seconda gara, per i restanti 59 moduli, hanno preso parte solo in quattro, per l’esclusione della Bison-Gdm, perché già risultata vincitrice del primo lotto denominato «1G» e il ritiro della Domus-Icor-Zeppieri. Come è finita? Ha vinto la Zoppoli e Pulcher (con un ribasso di soli 9,8%) che ha «soffiato» l’appalto ancora all’abruzzese Imar (ribasso alto del 28%) per un solo punto: 66 a 65. Ma c’è una curiosità: la Imar ha presentato due relazioni tecniche per i due lotti. La prima è stata valutata 36 punti, la seconda 35. Ma sarebbero relazioni identiche.

2 commenti

  1. complimenti per il livello di attenzione e di informazione, e per la diffusione di notizie preziose per capire cosa stanno facendo le “truppe di occupazione”.
    Aggiungo volentieri una considerazione, data da anni di esperienza di imprenditore “escluso” o “secondo arrivato”.
    nella metodologia di scrittura delle gare d’appalto è già scritto il nome della ditta aggiudicatrice, la quale “partecipa” alla scrittura o conosce prima degli altri le modalità del bando.
    è una battaglia antica, che dall’aquila conduco da anni, ma è una battaglia persa, perchè per esempio le associazioni di categoria datoriali preferiscono avere la certezza di essere forse al proprio turno fra i favoriti, anzichè l’alea del risultato in una gara corretta, che darebbe a tutti le stesse opportunità.
    e questo a danno dei dipendenti delle ditte “oneste”, operai di serie z rispetto agli altri. (è un po’ mafia anche questa)
    nel momento in cui un territorio non sa difendersi, la colpa è del territorio: avremmo dovuto pretendere un controllo sui bandi di gara, formalmente ineccepibili, nella sostanza ovviamente escludenti le ditte locali che SONO PIù PICCOLE. Ma come fare a difendere il territorio, se anche i nostri governanti al dunque si trincerano dietro la “neutralità” di una gara europea, quando in realtà è solo un modo per non assumersi delle responsabilità, per esempio la responsabilità di operare una scelta che gli compete, quella di favorire un territorio gravemente colpito.
    e inoltre, per favore, scavate bene fra le informazioni in vostro possesso: i nomi delle aziende sono poco significativi, guardate nei consigli di amministrazione, guardate sotto il tappeto.
    magari la ditta abruzzese ha fatto un ribasso eccessivo (e spesso questo è sospetto), magari tecnicamente è impossibile fare quel lavoro nei giorni promessi in gara.
    il controllo e la vigilanza devono andare oltre l’aggiudicazione: verifichiamo i tempi di consegna, verifichiamo che non ci saranno “proroghe” o richieste di adeguamenti prezzi per vari motivi.
    E’ una trincea in prima linea, dietro la quale si gioca la grande battaglia economica e politica del nostro Paese: contro la collusione fra politica e imprenditoria, contro il malaffare.
    saluti
    francesca

  2. desidero sapere se vi sono ditte marchigiane particolarmente di ascoli piceno ,per poter contattare per il subappaldo ,per i miei collaboratori .

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