Ricostruire L’Aquila in modo sostenibile si può! E costa meno!!!

Ricostruire L’Aquila in modo sostenibile si può!

E costa meno!!!

Comitati cittadini, CNA L’Aquila e AzzeroCO2 preparano una proposta per le Istituzioni

L’Aquila, 17 aprile 2010

Ad un anno dall’evento che ha cambiato il mondo, almeno per gli aquilani, il Comitato 3e32 in collaborazione con CNA L’Aquila ha organizzato il 15 aprile scorso una giornata di studio presso l’Auditorium dell’ANCE sulle possibilità concrete di sfruttare la tragica situazione odierna per ricostruire L’Aquila più sostenibile e vivibile di prima del sisma. E si è scoperto che costa di meno!

Da studi presentati dal Collettivo 99 è emerso che ad es. un condominio di ca. 560 mq, costruito negli anni ’60 e classificato “E” per i danni ricevuti a causa del sisma, una spesa di ca 120.000 € (ma fatta in sede di riparazione danni, altrimenti i costi salgono sensibilmente!) per la sua riqualificazione energetica (miglioramento dell’efficienza energetica e produzione di energia da fonti alternative) porterebbe ad un risparmio per lo Stato (in termini di riduzione economica dell’incentivo concesso, emissioni di CO2, ecc.) di oltre 15.000 € e per le famiglie residenti nell’edificio di quasi 13.000 € (grazie alla riduzione della spesa per la riqualificazione energetica contestuale alla riparazione dei danni, nonché risparmi sui consumi di gas ed elettricità).

Inoltre, come spiegato da AzzeroCO2 (associazione europea per lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili), il costo dell’intervento potrebbe essere ancora minore se si formassero dei “Gruppi di Acquisto” di decine di condomini, che potrebbero spuntare prezzi di mercato sensibilmente più bassi, visto l’alto quantitativo (di pannelli fotovoltaici, di materiali isolanti, ecc.) richiesto.

Se questo miglioramento della prestazione energetica di un edificio venisse favorito da sistemi di certificazione riconosciuti dal mercato, ciò implicherebbe automaticamente una crescita del valore dell’immobile, e quindi un investimento che avrebbe ritorni non solo a breve termine, ma anche sul lungo.

E’ per questo che alla giornata di studio sono stati invitati alcuni rappresentanti della Regione Piemonte, che hanno presentato la decennale esperienza di applicazione del Protocollo “ITACA” nell’edilizia pubblica e privata di quella regione. Il protocollo, sviluppato per conto della Conferenza delle Regioni italiane e adottato ad oggi dalla metà di loro (ma non ancora dalla nostra, purtroppo) rappresenta un sistema avanzato e molto flessibile di catalogazione in varie “classi” della prestazione “ambientale” di un edificio, misurando non solo gli aspetti legati all’energia ma anche il ciclo dell’acqua, l’applicazione della domotica, il comfort, gli impatti ambientali, ecc., in poche parole la qualità della vita misurabile all’interno dell’edificio.

Infine è stato approfondito l’impatto economico ed occupazionale che potrebbe avere lo sviluppo di una diffusa riqualificazione degli edifici all’Aquila: con l’aiuto della soc. coop. “Energetica” di Roma sono state affrontate tutte le possibili ricadute sugli studi di progettazione, sulle imprese edili, sul settore dell’artigianato, sugli impiantisti, sui certificatori i quali sono pronti, grazie anche al supporto della CNA nell’aspetto strutturale ed innovativo e nella formazione, a riconvertirsi a questo crescente mercato, che costituisce uno degli assi portanti della tanto vagheggiata “green economy”.

Ed infine ci sono alcune imprese produttrici (di pannelli solari, di materiali isolanti, ecc.) che hanno manifestato il loro interesse ad aderire ad un Accordo di Programma, dove a fronte di un impegno dello Stato a finanziare questa grande “Opera pubblica” – e conseguentemente creare una forte domanda – tali aziende di impegnerebbero ad aprire dei siti produttivi nel nostro territorio, con ovvie ricadute positive in termini occupazionali ed economici, come è stato sottolineato anche da una rappresentante della Fillea-CGIL.

Ma come realizzare tutto ciò?

I Comitati cittadini e la CNA hanno una semplice idea: definire una proposta concreta e organica, assieme agli altri attori interessati (Associazioni di categoria, associazioni ambientaliste, imprese produttrici, ecc.), in cui siano definiti i principali elementi (edifici pubblici ed edifici privati oggetto dell’intervento, costi, risparmi, altri benefici economici, sociali ed ambientali, ecc.) e portarla all’attenzione delle Istituzioni responsabili della ricostruzione, in modo da individuare le risorse per avviare quello che si preannuncerebbe come una “storica” rivoluzione nel processo di ristrutturazione, e che farebbe dell’Aquila un modello non solo nazionale ma mondiale, sulla scia della già nota sostenibilità realizzata nel progetto C.A.S.E.

Pertanto oggi nasce un percorso di lavoro, che vedrà la partecipazione di tutti i soggetti competenti ed interessati ma soprattutto il coinvolgimento della comunità locale, attraverso il “Gruppo di Lavoro sulla Ricostruzione Sostenibile” che è nato nell’ambito dell’Assemblea “Spazi Aperti”.

Lo spirito comune che ci lega è: “se dobbiamo ricostruire, facciamolo bene!”

Se sarà necessario faremo pressione su commissari e governo anche attraverso delle azioni pubbliche, che ribadiscano ancora una volta che i cittadini di questo territorio hanno la forza e le idee per ricostruire questa città (come già hanno fatto 3 secoli fa) più bella e più vivibile di prima.

Per info:

Luca Santarossa (339/7154290), Mattia Lolli (340/1573446), Annalisa Taballione (349/1743688)

2 commenti

  1. Nessun dubbio che L’Aquila si possa ricostruire in modo sostenibile ed economico (senza sprechi e speculazioni) soprattutto con il contributo dei cittadini del territorio che hanno “la forza e le idee” necessarie. Sono certo che si possa pure elaborare una proposta “concreta ed organica” da portare alle “Istituzioni” (i commissari?) responsabili dela ricostruzione, ma solo se elaborata nell’ambito dell’assemblea “Spazi Aperti” che appare l’unica ad aver titolo per analazizzare, valutare, proporre “qualcosa di veramente storico e …”.
    Tuttavia, non capisco assolutamente questa affermazione del comunicato: “…. in modo da individuare le risorse per avviare quello che si preannuncerebbe come una “storica” rivoluzione nel processo di ristrutturazione, e che farebbe dell’Aquila un modello non solo nazionale ma mondiale, sulla scia della già nota sostenibilità realizzata nel progetto C.A.S.E.”
    Perché: primo, si parla di processo di “ristrutturazione” che per ANCE e similari sappiamo benissimo cosa vuol dire; secondo, ci si vorrebbe avviare sulla scia della ben nota “sostenibilità” del Progetto C.A.S.E.! Ritengo questa affermazione semplicamente ipocrita e fuoviante, indimostrabile e pertanto falsa. Sostenibilità dei C.A.S.E.? Per chi? Ben nota?
    Il Comitato 3,32 ha molti meriti, anche quello di aver partecipato a questa riunione con le tradizionali forze che, a volte, hanno remato in direzione “reazionaria” per cercare di coinvolgerle nell’odierno straordinario movimento dei cittadini, perciò dovrebbe anche porsi il problema di chiarire questi aspetti, senza tatticismi e mistificazioni.
    Spero di non aver capito bene, quindi chiedo scusa.

  2. Tutti noi italiane ed italiane non lasciamo soli i ragazzi e le ragazze dell’Aquila e dell’Abruzzo. E’ una parte dell’Italia migliore che ci chiama vicino. Non solo il cuore, ma persino il futuro di sviluppo italiano ci chiede di rispondere: Presente!
    Da umbro che ha conosciuto direttamente il sisma so che l’altrui affetto partecipe è la prima risorsa per il coraggio di ricominciare.
    Non siete soli. Vi siamo partecipi e vicini. Fino a missione compiuta. Ed anche dopo.
    mario staffaroni

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