LA DURA REALTA’

E’ il 6 aprile e un’intercettazione telefonica  fra Francesco Maria De Vito Piscicelli (Opere pubbliche e ambiente SpA di Roma) e il cognato Gagliardi, fa registrare queste affermazioni:

“Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al giorno”. “Lo so”(ride) “Per carità, poveracci”. “Va buò”. “Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto”.

Attendono le mosse di Balducci, in sostanza, le mosse della Protezione Civile.

Ora tutti sorpresi! Le intercettazioni d’altronde lo rendono esplicito. Noi  il  15 Aprile, 9 giorni dopo, stavamo gridando “ forti e gentili si, FESSI NO! 9 giorni dopo perché è tanto quello che ci abbiamo messo ad aprire bene gli occhi e a riconnettere le prime due sinapsi dopo lo shock. E qui un giorno vale tanto perché come spiega bene Franceso Maria de Vito “ bisogna partire subito in quarta, non è che c’è un terremoto al giorno”.

Per partire così bene la mattina del 6 Aprile era già diffuso per le strade un falso allarme di sciacallaggio. Così mentre tutti impazzivano in cerca di sciacalli inesistenti, quelli veri si spartivano già il vero bottino nei piani alti. Allo stesso tempo per le strade si dava l’avvio alla disgregazione sociale e al controllo militarizzato. Evacuare la città, blindare il centro, contenere gli ostinati Aquilani che non se ne andavano in campi tenda gestiti come campi profughi in zone di guerra. Porre fine alla democrazia.  Il modello che Bertolaso appena qualche giorno fa invocava per  Haity.

IL “SISTEMA BERTOLASO” È UN PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA
APPUNTAMENTO IL 18 FEBBRAIO ORE 10 SOTTO MONTECITORIO PER LA  MOBILITAZIONE DI SINDACATI, PARTITI, VOLONTARI E MOVIMENTI CONTRO LA PROTEZIONE CIVILE S.P.A

Perché, come scrive Alberto Puliafito autore del documentario Comando e Controllo “è questa, la shock economy all’italiana, che si muove, che fa il suo corso. E che all’Aquila agirà con il “Comando e Controllo”. Lo scandalo, sui grandi media, parte dal G8 fantasma della Maddalena (poi spostato nel terremotato capoluogo abruzzese). Dove gli appalti per costruire fioccano presto.
Dove la gestione dell’emergenza si fa businnes. Dove chi gestisce viene definito “Santo” quando santo, evidentemente, non è”.


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