15 anni di CaseMatte: l’autogestione tra realtà e utopia

Quindici anni fa qualcosa di impossibile diventava realtà. Grazie all’iniziativa e all’organizzazione collettive, CaseMatte prendeva vita dalla necessità vitale di spazi, riferimenti, condivisione e calore umano. Lo faceva in un momento, quello immediatamente successivo al sisma del 2009, in cui la frammentazione della città e delle persone che la abitavano rendeva ancora più evidente quel bisogno di unione che gli esseri umani hanno a prescindere dal fatto che si verifichi o meno una calamità naturale.

15 anni fa nessuno pensava che a due passi dal centro storico, all’Aquila, potesse nascere e resistere uno spazio di radicale alternatività alle gabbie del provincialismo. Questo spazio oggi è ancora realtà: è uno spazio libero e brilla dei diversi colori di tutte le anime che lo attraversano. 

Ma la libertà costa sangue, come ci insegnano la Palestina e i popoli oppressi di tutto il mondo. Essere uno spazio libero oggi vuol dire ancora di più essere una piccola luce in mezzo all’oceano; una luce ancora accesa che orienta i naufraghi di questa società che somiglia sempre più a una distopia. 

15 anni di resistenza attiva sul territorio contro chi di questa città ha in mente un modello diametralmente opposto al nostro o spesso un modello non ce l’ha proprio, perché svende pezzi di suolo gentrificando i nostri spazi pubblici e soffocando sul nascere ogni forma di partecipazione sociale. Questo è ciò che sta accadendo anche per quanto riguarda l’area dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, soprattutto da quando la Asl è in deficit economico e intende vendere al miglior offerente gli edifici del complesso – senza alcun progetto, senza una visione d’insieme che conferisca un senso culturale e sociale a un luogo dal grande valore storico e umano quale è un ex manicomio. 

Qui, dove un tempo la sofferenza psichica e la non conformità ai costumi sociali erano motivo di contenzione, discriminazione e tortura, oggi si creano pratiche di liberazione e cultura; si fa memoria, affinché il dogma e l’autoritarismo che hanno portato alla creazione di un’istituzione fascista come quella del manicomio non abbiano mai più motivo di essere.

Noi questa visione d’insieme l’avevamo e l’abbiamo: fu proposta attraverso il progetto del Parco della Luna, nel quale vediamo questo luogo come una cittadella della Creatività in cui promuovere la salute mentale e di comunità. Uno spazio in cui continuare a fare arte, cultura e a promuovere una socialità inclusiva.

Il progetto del Parco della Luna è stato ignorato dall’attuale amministrazione, mentre quest’area continua a essere abbandonata dalle istituzioni in un buio interrotto solo dalla luce di CaseMatte, dell’associazione 180 Amici e di poche altre realtà che ancora resistono nel presidiare questo quartiere. 

Il contesto storico in cui ci troviamo è sempre più saturo di violenza, restrizioni delle libertà personali e civili, violazioni dei diritti. Il mondo sta andando in una direzione opposta ai nostri ideali, ma non ci lasceremo prendere dallo sconforto e dalla disillusione, proprio perché sono i nostri ideali a darci la forza di dire che un altro mondo è possibile e il lavoro che facciamo qui, nel nostro piccolo, ogni giorno, ne è la dimostrazione. 

Noi ci opponiamo alla distruttività fascista e capitalista mettendo al centro le persone e le loro relazioni, i loro sogni, le loro passioni, il loro valore e la loro dignità. E lo facciamo in comunità, perché nell’incontro ci esprimiamo e tramite gli occhi degli altri riusciamo finalmente a vederci. 

La comunità è il luogo in cui le passioni di ognunə diventano motore per lo scambio attivo di conoscenze che vanno ad arricchire una memoria condivisa. La nostra memoria è fortemente legata a questo spazio, che è ricco della nostra arte e non lascia nessunə indietro, nessunə solə, perché chiunque ci si possa rispecchiare. 

15 anni di CaseMatte sono 15 anni di storia di accoglienza in un luogo come Collemaggio che è storia di cura delle diversità, delle marginalità e di tutte le persone non normotipiche che non si sono dimostrate aderenti a questo sistema produttivo e che CaseMatte ha saputo includere e valorizzare insieme a tutta la sua collettività. Collettività che di questa diversità si è arricchita e ha contribuito a far fiorire una città spenta, ferma, ossidata, che 15 anni fa fu colpita da un violento terremoto, ma che è stata poi distrutta da uno Stato che si è rivelato complice della sua devastazione e di quella del Paese tutto. 

CaseMatte in questo buio ha acceso un fuoco che ci ha tenutə al caldo, che ha insegnato ad altre luci a brillare coraggiosamente lì dove politica non ce n’è, né solidarietà, né umanità. Lì dove la solitudine regna e il lavoro opprime e uccide.

CaseMatte è un’idea audace: quella di poterci autogestire come individui e come comunità, per creare qualcosa che è più grande dei singoli che la compongono e della società stessa. 

A partire da una necessità abbiamo creato un altro essere che oggi compie 15 anni. Insieme a CaseMatte, siamo oggi tuttə più grandi. 

Ringraziamo tuttə voi che oggi siete qui a festeggiare un giorno così importante e vi invitiamo a far parte di questa realtà, partecipando alle assemblee e alle attività, proponendone delle altre, aiutandoci a tener vivo e creativo questo luogo, che non è solo uno spazio fisico, ma siamo tuttə noi! 

Festeggiamo e lottiamo insieme: 

15 anni senza padroni, 

Auguri CaseMatte! Auguri a noi che Resistiamo!